Il termovalorizzatore è un inceneritore che converte il calore generato dalla combustione dei rifiuti in energia destinata ad altro uso. I termovalorizzatori possono svolgere la funzione di centrali elettriche producendo energia elettrica tramite un impianto costituito da una turbina a vapore. Il processo è semplice:
1. I rifiuti in ingresso nell’impianto vengono convogliati nei forni di combustione.
2. La combustione è realizzata con una griglia mobile raffreddata ad acqua e aria.
3. Il calore generato dalla combustione, all’interno della caldaia, viene recuperato dal passaggio di acqua in un apposito circuito dove evapora.
4. Il vapore prodotto espandendosi aziona una turbina che produce energia elettrica da immettere in rete.
I fumi prodotti in caldaia, prima di essere dispersi in atmosfera attraverso il camino, vengono trattati più volte con appositi filtri e sistemi di rimozione per ridurre al minimo le emissioni inquinanti.
Oltre alla produzione di energia elettrica al termovalorizzatore può essere associato un impianto di cogenerazione per il teleriscaldamento, cioè un impianto in cui, oltre che a produrre corrente elettrica, la maggior parte del calore presente nei fumi viene recuperato e utilizzato per la produzione di acqua calda sanitaria. In questo modo la resa energetica complessiva sale al 65-90% contro il 30-55% di un impianto non cogenerativo. I termovalorizzatori ad elevata efficienza energetica ormai corrispondono al 90 % del totale in Europa.
Come altra alternativa, il termovalorizzatore può essere anche usato come impianto di gassificazione per la produzione del gas di sintesi (conosciuto come syngas).
La gerarchia sul trattamento rifiuti
Grazie al termovalorizzatore riusciamo quindi a fornire al rifiuto, destinato alla discarica, un valore mediante il recupero energetico. Nello stesso momento è necessario implementare nuove realtà che si occupano di economia circolare, riducendo così il rischio di bruciare rifiuti riciclabili. La gerarchia seguita dalla direttiva europea è quella sviluppata dall’EPA (Environmental Protection Agency) riconoscendo che un unico approccio metodologico di smaltimento non è valido per tutte le circostanze. La struttura segue la logica di prediligere la riduzione del materiale che concorre a produrre rifiuti, il riutilizzo del materiale e il riciclo.
Il recupero di energia con i termovalorizzatori è posizionato al di sopra del trattamento dei rifiuti e il loro deposito in discarica. Questo perchè la combustione confinata e controllata dei rifiuti urbani riduce di molto il volume di rifiuti conferiti in discarica e permette anche di recuperare energia dalla loro combustione. Il rifiuto diviene quindi, secondo l’EPA, una sorgente di energia rinnovabile che riduce le emissioni di carbonio diminuendo sia la richiesta di energia da fonti fossili che le emissioni di metano dalle discariche.
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