Tutti pazzi per il gas: le azioni intraprese dall’Italia e dall’Europa

Il 25 ottobre 2017 è stato approvato dal Parlamento Europeo il regolamento “concernente le misure volte a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento di gas” che abroga il precedente (regolamento n.994/2010). In questo documento vengono stabilite le linee guida da seguire per evitare carenze di gas. Nell’anno 2019 i paesi principali dai quali l’Italia ha importato gas naturale sono: Federazione Russa (47,07%), Algeria (18,81%), Libia (8,02%), Norvegia (8,64%), Qatar(9,22%), altri paesi (8,24% il cui principale è l’Olanda con 2,42%).

Paesi principali dai quali l’Italia ha importato gas naturale nell’anno 2019
(fonte: Analisi e statistiche energetiche minerarie, Ministero della Transizione Ecologica)

I provvedimenti dell’UE

Data la grande inaffidabilità geopolitica della Russia, l’8 marzo 2022 l’Unione Europea ha presentato il piano RePowerEU per ridurre la dipendenza dal gas russo fino ad annullarla nel 2030, dato che circa 155 mld di Smc di gas utilizzato dall’Europa proviene proprio da questa zona; l’Italia attinge al 22% da questa fonte. Il piano europeo prevede di sostituire tale gas con:

  • 50 mld di m3 di gas liquefatto da USA, Qatar, Egitto, Africa Occidentale;
  • 10 mld di m3 di gas allo stato gassoso da Norvegia, Africa Settentrionale e Azerbaigian;
  • 3,5 mld di m3 da aumento produzione biometano;
  • 15 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile.

La restante parte sarà coperta dall’utilizzo di energia rinnovabile e da un maggiore efficientamento energetico. Un’analisi di tale piano è stata effettuata dall’Oxford Institute for Energy Studies (OIES), secondo il quale, se dal lato della domanda il piano è ritenuto fattibile, dal lato dell’offerta gli obiettivi sono più difficili da ottenere.

Il gas in Italia

Il regolamento Europeo del 2017 prevede che ogni Stato Membro debba dotarsi di un piano di emergenza riferito al gas naturale. L’Italia lo ha redatto e approvato. Nel 2019. Più specificatamente il piano prevede tre livelli di crisi denominati: preallarme, allarme ed emergenza.

In questo momento siamo in uno stato di preallarme dato che tra le clausole di attivazione di questa fase è previsto “il verificarsi di eventi che determinano una riduzione significativa delle importazioni, in assenza di informazioni concrete, serie e affidabili sul ritorno in tempi brevi ad una situazione di normalità”, tuttavia una tra le possibilità di risoluzione dello stato di preallarme è “l’impiego di combustibili di sostituzione alternativi negli impianti industriali, in base a specifici accordi o clausole nei contratti di fornitura”.

Data la continua domanda di gas annessa ad un oscillazione dell’offerta, in Italia i costi del consumatore sono aumentati vertiginosamente. Analizzando il grafico di ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) si nota un’importante variazione nella spesa per il gas che grava sul consumatore finale: si è passati da 52,62 € al m3 del quarto trimestre 2021 a 96,64 € al m3 del primo trimestre del 2022, fino a raggiungere nel terzo trimestre un costo al m3 114,03 € al m3.

Oltre al conflitto tra Russia e Ucraina, l’oscillazione dei prezzi è anche dovuta ad una diminuzione dell’offerta dal lato dei produttori. Ad esempio, le centrali idroelettriche sul Po hanno ridotto la propria offerta e si è ridotta la quota di energia importata dalla Francia.

Variazione economiche di fornitura (in centesimi di euro al metro cubo) del gas nell’ultimo decennio (fonte: Arera)

Quanto gas dovremmo produrre?

Il 6 settembre il MiTE (Ministero della Transizione Ecologica) ha pubblicato il Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale, che contiene le misure intraprese dal nostro paese per contenere i consumi. Da una parte, il piano ha generato il riempimento degli stoccaggi al 90% (raggiunto il 28 settembre), dall’altro ha cercato di differenziare ulteriormente la provenienza del gas aumentando l’importanzione di gas dal Transmed (gasdotto che collega l’Algeria alla Sicilia) e di GNL (gas naturale liquido).

L’insieme di queste misure dovrebbe garantire al 2025 la sostituzione di 30 mld di Smc di gas russo con 25 mld di Smc, colmando la differenza tra i due valori con fonti rinnovabili e con politiche di efficienza energetica. La produzione nazionale di gas, inoltre, potrebbe aumentare da 3 mld di Smc a 6 Mld di Smc

Conclusione

Altro punto fondamentale del Piano, su indicazione dell’UE, è la riduzione della domanda di gas naturale, facendo forza anche su misure volontarie, con l’obiettivo di ridurre la richiesta nel periodo 01/08/22-31/03/23 del 15% rispetto alla media dello stesso periodo dei 5 anni precedenti. Questo obiettivo è considerato ottenibilegrazie a:

  • massimizzazione di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili;
  • accensione dei riscaldamenti posticipata;
  • spegnimento anticipato di circa una settimana;
  • una maggior sensibilizzazione rispetto ai comportamenti errati messi in atto dai cittadini.

Grazie a questi punti si prevede di ottenere l’obiettivo fissato dal regolamento UE, pari a 8,2 mld di Smc. Si prevedono inoltre anche misure obbligatorie della domanda da predisporre nel caso in cui si attivi “Allerta UE”.

In conclusione, non è possibile al momento stabilire se le misure messe in atto saranno sufficienti per superare la crisi energetica. Nel medio termine sarà meglio evitare importazioni di fonti energetiche da Paesi politicamente instabili per far evitare il ripetersi della situazione attuale.

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