Quanta energia consumano gli alieni?

Da sempre ci chiediamo se esista altra vita nell’universo. L’abbiamo cercata in molti modi, dai più bizzarri a quelli più scientificamente accurati, ma per ora è stato tutto vano. Forse uno dei motivi di questo fallimento è che non abbiamo mai saputo bene che cosa stavamo cercando. Bisogna trovare un modo di classificare le possibili specie aliene là fuori, così da avere un’idea di come siano fatte e di come possano comunicare con noi. Per quanto possa sembrare bizzarro, il modo migliore per farlo è chiedersi quanta energia consumino gli alieni.

La scala di Kardashev

Il primo a definire una classificazione rigorosa è stato Nikolai Semyonovich Kardashev nel 1964. Egli pubblicò un articolo in cui una scala in più punti suddivide le civiltà in base alla capacità di utilizzare l’energia a disposizione. Originariamente erano definiti tre livelli:

  • Tipo 1: la civiltà è in grado di utilizzare tutta l’energia che il suo pianeta natale le mette a disposizione.
  • Tipo 2: la civiltà riesce ad usare tutta l’energia della propria stella, prendendo il controllo dell’intero sistema solare in cui abita.
  • Tipo 3: la civiltà espande il proprio dominio energetico all’intera galassia, sagomando a proprio piacimento stelle, pianeti, satelliti, meteoriti e tutto il resto.

Questa scala fu ampliata quasi fin da subito. Si introdussero livelli superiori, come il Tipo 4 che riusciva a controllare l’energia di tutto il proprio ammasso galattico, ossia l’insieme di 50÷1000 galassie tenute vicine dalla forza di gravità. Esistono anche tipologie superiori al livello 4, ma da qui in poi la classificazione inizia ad essere più evanescente, perché entrano in gioco dimensioni talmente ampie da essere difficilmente immaginabili. Uno dei livelli più alti, indicato spesso con Tipo Ω (la numerazione perde ormai di significato!), permette a queste creature di controllare non solo l’energia dell’intero proprio universo ma anche di altri, addirittura creando universi a proprio piacimento per sfruttarne l’energia a proprio vantaggio. È veramente complesso a questo punto comprendere come e perché lo facciano: dal nostro punto di vista queste entità non possono che essere paragonate a delle vere e proprie divinità.

Figura 1: rappresentazione artistica delle prime 4 tipologie della scala Kardashev: da una tipologia all’altra passano diversi ordini di grandezza! (fonte: Kurzgesagt)

E la civiltà umana?

Come si piazzano gli esseri umani su questa scala? Non bene. Anzi, si piazzano talmente male che è stato necessario introdurre una nuova tipologia per descriverli: il Tipo 0. Rientrano in questa categoria quelle civiltà in grado di utilizzare almeno 1 mega Watt di energia. Tra il Tipo 0 e il Tipo 1 definiamo una serie di decimali per rappresentare il progresso energetico di una specie da un tipo all’altro.

Ad oggi, gli esseri umani hanno un punteggio di 0,7. Non sono ancora capaci di sfruttare al meglio l’energia del proprio pianeta, quindi fanno affidamento soprattutto sulle materie prime che hanno a disposizione. Nemmeno sono ancora in grado di lasciare stabilmente il pianeta in cui sono nati, ma il progresso tecnologico li sta portando verso quella direzione. Alcuni studi ritengono che, se lo sviluppo della specie mantiene un tasso di crescita inalterato, l’umanità raggiungerà il Tipo 1 nel 2371. La strada è ancora molto lunga: basti pensare che tutta l’energia che l’umanità consuma in un anno è equivalente a solo un’ora di radiazione solare che arriva sulla Terra!

Come trovare gli alieni utilizzando la scala di Kardashev

Grazie alla scala di Kardashev si possono trarre delle conclusioni interessanti.

La prima è che tutte le civiltà di tipo 1 o inferiore anche se esistessero non sarebbero rintracciabili. Sarebbero civiltà tanto primitive quanto la nostra: non stanno alterando nulla al di fuori del loro pianeta. Inoltre, se anche mandassero dei segnali sarebbero per lo più deboli e sparsi: dopo una breve distanza verrebbero distorti dal rumore di fondo dell’universo rendendoli incomprensibili.

Un’altra considerazione interessante è che molto probabilmente nella nostra galassia non esistono civiltà di Tipo 3 o superiore. La loro attività sarebbe così sfrenata da lasciare moltissime tracce nella galassia: impossibile che ci siano sfuggite. Inoltre è anche improbabile che tali civiltà siano esistite nel passato per poi estinguersi, poiché avrebbero sicuramente lasciato delle rovine delle loro mega costruzioni. Dunque, cosa stiamo cercando?

Il range ideale per stabilire un contatto va da 1.5 a 2.5. Il modo migliore per trovare queste civiltà è guardare l’energia delle stelle. Se si notano delle brusche variazioni si può dedurre che qualcuno stia catturando la loro energia e quindi risalire a una popolazione di Tipo 2.

Se ritenete impensabile il poter catturare l’energia direttamente da una stella, vi dovete ricredere. Nel 1959 il fisico Freeman Dyson ha teorizzato la sfera di Dyson, una ipotetica mega struttura di rivestimento attorno alla stella in grado di raccoglierne l’energia. Ovviamente un’installazione di questo tipo presenta dei problemi di natura meccanica e termica decisamente insormontabili per la tecnologia attuale e non può che restare confinata sulla carta. Ma se un essere appartenente a una civiltà 0.7 l’ha teorizzata, è possibile che qualcun altro là fuori l’abbia già realizzata. Quindi gli alieni probabilmente non sono dei piccoli omini verdi, ma dei sofisticatissimi ingegneri energetici.

Figura 2: una possibile configurazione in chiave artistica della sfera di Dyson, la tecnologia che civiltà di Tipo 2 potrebbero utilizzare per catturare l’energia della propria stella (fonte: Inverse)

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Avatar Ilaria Giaccardo
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