Mercato libero: facciamo chiarezza!

“Mercato libero o tutelato?” Questa è la domanda che attanaglia milioni di consumatori quando si tratta di cambiare operatore energetico.. In questo articolo cercheremo di risolvere definitivamente ogni dubbio: analizzeremo le sostanziali differenze tra i due tipi di mercato, il perché del tramonto di quello tutelato e quanto i consumatori sono informati su questa tematica. 

Di chi stiamo parlando?

Prima di parlare dei vari regimi di mercato, è bene presentarvi la protagonista di questa nostra storia: ARERA, “Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente”. Ha il compito di promuovere mercati concorrenziali nelle varie filiere energetiche attraverso regolazione tariffaria in tutela degli interessi dei consumatori. A lei è, dunque, affidato il compito di scelta delle tariffe del mercato tutelato.

Compreso il ruolo dell’Autorità in questo campo, possiamo definire le due diverse realtà di mercato, tutelato e libero, che si stanno confrontando.

Il mercato tutelato è il servizio di fornitura a condizioni economiche e contrattuali stabilite da ARERA, che sceglie le tariffe, con cadenza trimestrale, e gli unici distributori che si occuperanno delle diverse aree geografiche. Il compito dell’approvvigionamento è invece affidato a “Acquirente Unico S.p.A.”, azienda partecipata dal Ministero dell’economia e delle finanze, che ha il compito di acquistare energia elettrica e gas e cederle a terzi che si occupano di venderle agli utenti finali.

Il mercato libero invece è definito da ARERA come “il mercato libero dell’energia comporta che chiunque può liberamente decidere da quale venditore e a quali condizioni acquistare energia elettrica e gas naturale per le proprie necessità, cambiando venditore o tipo di contratto e scegliendo l’offerta che ritiene più interessante e conveniente” . Vede la sua luce in Italia nel 2007 e ad oggi conta il 71% degli utenti domestici nel settore elettrico.

Figura 1: Clienti domestici del settore elettrico (Fonte: ARERA)

La transizione

L’inizio della fine del mercato tutelato risale alla Legge per il mercato e la concorrenza del 4 agosto 2017 n.124,  che ha stabilito -senza escludere aggiornamenti negli anni- il cronoprogramma che avrebbe favorito l’uscita di tutti gli utenti dal mercato tutelato e il conseguente ingresso nel mercato libero. La transizione però non inizia oggi, infatti dal 1° gennaio 2021 le piccole imprese di energia elettrica connesse in bassa tensione e le microimprese con potenza contrattuale maggiore di 15 kW hanno visto già cessare il regime di tutela e dal 1° gennaio 2023 la misura è stata allargata a tutte le altre microimprese.

Sono esclusi da questa transizione tutti i soggetti domestici vulnerabili, vale a dire:

  • percettori di bonus sociali;
  • over 75;
  • titolari della Legge 104;
  • residenti delle piccole isole non interconnesse e abitanti di alloggi temporanei dopo situazioni di emergenza.

ARERA dichiara essere pari a 4 milioni e mezzo di persone, a fronte di 9 milioni e mezzo di clienti ancora nel mercato tutelato. E quale sarà mai il destino di 5 milioni di utenti? Due sono le vie: scegliere il mercato libero o il servizio a tutela graduali (STG), del quale parleremo in seguito.

Il 2022 è stato sicuramente l’anno che ha messo più in evidenza i limiti del mercato tutelato. Con l’inizio del conflitto russo-ucraino i prezzi della materia prima sono schizzati vertiginosamente, con conseguente aumento dei costi per i consumatori (ne abbiamo già parlato nell’articolo “Tutti pazzi per il gas: le azioni intraprese dall’Italia e dall’Europa”).

I dati

Basta vedere i dati per notare che, per quanto riguarda il settore elettrico. Il prezzo medio totale al netto delle imposte nel mercato tutelato tra il 2021 e 2022 è aumentato del 72% rispetto a quello nel mercato libero che è aumentato del 24%, con dati iniziali del 2021 pressoché simili. Altro limite si è nel primo trimestre 2023: al momento di fissare le tariffe il prezzo della materia prima era elevato, dunque, se da un lato il regime tutelato ha registrato prezzi più alti, dall’altro il mercato libero ha giovato della discesa dei prezzi durante il trimestre.

Figura 2: a sinistra il grafico che rappresenta l’andamento dei prezzi dell’energia elettrica; a destra il prezzo medio totale al netto delle imposte. (fonte: ARERA)

Situazione simile si presenta con il gas, in cui l’aumento del prezzo nel mercato libero è stato del 40,4% contro l’85,5% nel regime tutelato; ARERA afferma che i prezzi nel mercato libero non sono schizzati come nel mercato tutelato.

Figura 3: a sinistra il grafico che rappresenta l’andamento dei prezzi del gas; a destra il prezzo medio totale al netto delle imposte (fonte: ARERA)

Coloro che, come detto prima, non decideranno di passare al mercato libero entro le date stabilite confluiranno direttamente nel servizio a tutela graduali, che si configura come una sorta di mercato libero ma tutelato. I venditori sono stati decisi da ARERA in base alle diverse aree geografiche e propongono ai consumatori le cosiddette offerte PLACET (Prezzo Libero A Condizioni Equiparate di Tutela), le quali sono già state proposte a tutte le imprese che non hanno effettuato la transizione al mercato libero.

In sostanza, la spesa per il trasporto, gestione del contatore e oneri di sistema sono analoghi al mercato libero. La struttura di prezzo e le condizioni contrattuali vengono stabilite dall’Autorità, il prezzo della componente di commercializzazione viene rinnovato ogni dodici mesi e stabilito dai venditori.

Ma qualcuno è davvero interessato al tema?

Secondo un’indagine condotta nel 2019 da Research Hub per conto di ARERA sulla liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica e del gas. Emerge che solo il 35,6% degli intervistati sa cosa è il mercato tutelato, contro un 37,6% che non lo conosce. Dati profondamente diversi per quanto riguarda il mercato libero: l’81,5% sa cosa è!

Figura 4: a sinistra il grafico che rappresenta i diversi gradi di conoscenza del mercato tutelato, a destra quelli inerenti al mercato libero (Fonte: ARERA)

La maggior parte delle persone si informano tramite internet, ma i cambi di fornitore vengono sicuramente stimolati da passaparola o consigli di amici. Un dato che sicuramente risalta è quello di coloro i quali non si informa pari quasi al 40%. Inoltre, pochi utilizzano i siti di comparazione delle offerte, tra cui “il Portale Offerte” creato appositamente da Acquirente Unico con lo scopo di offrire maggiore trasparenza ai consumatori. Questo fa sì  che la scelta del distributore sia facilmente influenzabile da politiche di marketing e di comunicazione. D’altronde il mercato libero si nutre di questo!

Abbiamo stimolato la tua curiosità? Puoi saperne di più consultando le nostre fonti:

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