Clima instabile della terra

I cambiamenti del clima e i rispettivi piani d’azione in ambito energetico e ambientale rappresentano, oggigiorno, un aspetto di primaria importanza nelle vite di ogni individuo. A partire dal XIX secolo il forte incremento della combustione di combustibili fossili (carbone, petrolio e gas) ha contribuito fortemente alla generazione di gas ad effetto serra. Questi ultimi, presenti in atmosfera, permettono l’entrata della radiazione solare, ma ostacolano l’uscita della radiazione infrarossa riemessa dalla superficie del corpo celeste, la Terra. Ciò comporta sia un aumento di temperatura del corpo celeste coinvolto che escursioni termiche meno intense in quanto il calore assorbito viene ceduto più lentamente.

È indubbio il cambiamento climatico che si è riscontrato nel corso degli ultimi decenni. Ma la domanda che ci poniamo è: tali oscillazioni sono state registrate anche in un lontano passato? Se sì, in che modo sono diverse da quelle odierne?

Uno sguardo al passato

Nel corso di 4.5 miliardi di anni le condizioni climatiche terrestri hanno subito delle forti oscillazioni. Attraverso lo studio dei ghiacciai e dei sedimenti si può tener traccia dell’evoluzione del clima terrestre. Si pensa che per oltre il 75% del Fanerozoico (gli ultimi 542 milioni di anni) la temperatura sulla Terra fosse superiore rispetto a quella attuale di circa 6-8 °C, le aree polari si crede fossero prive di ghiaccio e il livello del mare supposto più alto. La variazione climatica avvenuta nel corso del Quaternario (gli ultimi 2.5 milioni di anni) ha dato luogo all’alternarsi delle fasi glaciali ed interglaciali. Il picco registrato dell’ultima glaciazione risale a 20000 anni fa. Circa 12000 anni or sono, il nostro pianeta è entrato in una fase interglaciale detta Olocene, durante tale periodo la civiltà umana ha avuto una rapida evoluzione, catapultandosi dalla preistoria alla storia.

Abbiamo già risposto alla prima domanda che ci siamo posti: in passato la terra ha subito delle forti variazioni climatiche. Queste ultime possono essere ricercate sia in ambito naturale (attività vulcanica, spostamento dell’asse terrestre, variazioni inerenti all’esercizio solare) che antropico (aumento delle emissioni di GHG gas ad effetto serra, deforestazione). L’IPCC, Intergovernmental Panel on Climate Change, sottolinea come le cause del riscaldamento osservato negli ultimi 50 anni siano attribuibili principalmente alle attività umane.

Figura 1: Concentrazione di anidride carbonica degli ultimi 800000 anni (Fonte: NASA)

La climatologia in Italia

In figura 1 si riporta la concentrazione di anidride carbonica degli ultimi 800’000 anni espressa in parti per milione (ppm). È chiara la differenza tra le oscillazioni climatiche nel lontano passato e quelle odierne. I tempi legati ai cambiamenti climatici del passato sono dell’ordine di decine/centinaia di migliaia di anni, mentre quelli odierni solo di decenni. Le principali cause dell’intensificazione dell’effetto serra sono dovute ai seguenti settori: dell’energia, dell’agricoltura, dei trasporti e della gestione dei rifiuti.

L’Italia dispone di alcune tra le più estese serie di dati meteorologici presenti al mondo. Sono state intraprese diverse attività di ricerca, di particolare rilievo è stata quella svolta dall’Istituto per le Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISAC-CNR) e dal Dipartimento di Fisica dell’Università degli studi di Milano. Inoltre, l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) pubblica annualmente un Rapporto, in collaborazione con le Agenzie del SNPA (Sistema Nazionale Protezione Ambiente), mostrando la variazione climatica presente sul territorio italiano.

Variazione del clima in Italia: temperatura e precipitazioni

La variazione di temperatura rappresenta il primo campanello d’allarme quando si discute di cambiamento climatico. La serie delle anomalie annuali di temperatura media riportata nel seguente paragrafo è stata calcolata rispetto alla media climatologica 1991-2020.

Figura 2:  Serie delle anomalie medie in Italia della temperatura media rispetto al valore normale 1991-2020 (Fonte: Elaborazione ISPRA)

In figura 2 è chiaro che il 2022 è risultato l’anno più caldo della serie analizzata, con un’anomalia di +1.23 °C. Il precedente record era stato conseguito nel 2018, con un’anomalia di +0.65 °C. Dagli anni 2000 quasi tutte le anomalie registrate sono state di carattere positivo, a eccezione degli anni 2004, 2005, 2010 e 2013. Coerentemente con quanto appena visto per i valori di temperatura, il 2022 si colloca al primo posto anche per il numero medio di notti tropicali (ovvero con temperatura minima maggiore di 20°C)  e numero medio di giorni estivi (ovvero con temperatura massima superiore a 25°C).

Anche il trend delle precipitazioni è degno di interesse, la serie delle anomalie di precipitazione cumulata annuale è stata calcolata rispetto al valore climatologico 1991-2020. 

Figura 3:  Serie delle anomalie medie in Italia, espresse in valori percentuali, della precipitazione cumulata annuale rispetto al valore normale 1991- 2020 (Fonte: Elaborazione ISPRA)

Il clima piovoso scomparirà?

In figura 3 si può osservare che il 2022 si colloca al primo posto tra gli anni meno piovosi dell’intera serie, con un’anomalia di precipitazione cumulata media in Italia di -22%, seguito dal 2001 e dal 2017.Sono stati presi in considerazione anche il numero di giorni asciutti (ovvero con precipitazione inferiore o uguale a 1 mm) e  i valori dell’indice di siccità Consecutive Dry Days (CDD) (ovvero il numero massimo di giorni asciutti consecutivi nell’anno con precipitazione giornaliera inferiore o uguale a 1 mm), per entrambi si sono registrati valori molto elevati.

È fondamentale conoscere non solo le precipitazioni cumulate ma anche il numero di eventi precipitativi e la loro intensità per delineare un quadro complessivo relativo alle precipitazioni. Dalle analisi dei dati si è riscontrato che, per quanto riguarda il numero di giorni piovosi è evidente una loro diminuzione su tutto il territorio italiano, mentre si trova un andamento positivo per quanto riguarda l’intensità delle precipitazioni. Dunque, le piogge diminuiranno ma saranno molto più violente.

Considerando ora la temperatura superficiale dei mari italiani, la serie delle anomalie medie annuali è stata calcolata rispetto al valore normale 1991-2020.

Figura 4: Serie delle anomalie medie annuali della temperatura media superficiale dei mari italiani, nell’intervallo 1982-2022, rispetto al valore normale 1991-2020 (Fonte: Elaborazione ISPRA su dati di SST-Sea Surface Temperature del Copernicus Marine Service)

In figura 4 si nota come, escludendo il 2003, gli ultimi dodici anni hanno registrato le anomalie positive più alte della serie. Il 2022 si piazza al primo posto con un’anomalia di +1 °C.

Dai dati riportati il grande assente è il 2023, poiché l’analisi condotta da ISPRA non ne fa riferimento.

Eventi estremi

Figura 5: Distribuzione gaussiana delle temperature (Fonte: Role of Forestry in Climate Change)

In figura 5 è rappresentata la distribuzione gaussiana delle temperature odierne e future, si nota come lo spostamento della curva verso destra comporti la presenza di temperature sempre più elevate e l’aumento della probabilità d’occorrenza di livelli di temperatura che un volta erano agli estremi della curva, quindi poco probabili: lo straordinario sta diventando ordinario. Di conseguenza, con l’aumento delle temperature si riscontra una rispettiva diminuzione delle temperature estreme fredde.

Le ondate di calore sono molto significative per la valutazione dei trend climatici. Un’ondata di calore si può definire come una condizione meteorologica estrema che si verifica quando si registrano temperature molto elevate per più giorni consecutivi. Tutti abbiamo sperimentato sulla nostra pelle il forte aumento di questi eventi negli ultimi decenni.

Conclusione

Ciò che ci distingue dalle altre creature è la nostra intelligenza, ma sarà vero che l’essere umano è l’animale più intelligente che esista in natura? Nessun animale si porterebbe spontaneamente all’estinzione, prendendo con leggerezza scelte che compromettano la salute della propria specie. Nessun animale renderebbe invivibile l’ambiente in cui abita e sarebbe tanto scellerato da continuare a non fare nulla nonostante l’evidente stato di emergenza. Delle volte a noi esseri umani piace giocare a fare Dio, non capendo che siamo fatti di carne ed ossa esattamente come il resto delle creature presenti sulla Terra e soprattutto non realizzando che non esiste un pianeta B nel quale eventualmente andare ad abitare. La cosa sconvolgente è che tra tutti gli animali gli unici che non hanno saputo vivere in armonia con ciò che ci è stato donato siamo noi. Dunque, l’appellativo “animale intelligente” mi è sempre sembrato fuorviante.

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